Le messe mariane del sabato (Alcuino)

Le messe mariane del sabato (Alcuino)

Le prime messe della Vergine in Occidente sono apparse  sotto l'influsso di Alcuino  (735-804).

Alcuino (735-804), il benedettino irlandese contribuì in modo decisivo alla riforma liturgica carolingia, ed introdusse un elemento decisivo nel ciclo settimanale. Mentre il sacramentario papale (Gregoriano adrianeo = Gr H) con cui Carlo Magno impose il rito romano tra le popolazioni franco-germaniche conteneva solo le messe domenicali, Alcuino, nel suo Supplemento, compilò una duplice serie di messe per i sette giorni della settimana, la penultima è de S. Cruce, l'ultima de S. Maria.[1]

 

La prima messa della Vergine presenta quali letture Sir 24,14-16 e Lc 10,38-42, ambedue in uso da tempo nelle memorie mariane. La tematica del formulario è : la constatazione dei pericoli della vita presente e della esistenziale tristizia contrapposta alla fiducia di ottenere, per l'intercessione della Vergine, la sicurezza, la letizia e la pace della vita futura.

 

La seconda messa manca di indicazioni per le letture. Le orazioni sono anch'esse di buona fattura. La tematica rispecchia la consapevolezza dell'uomo medievale sul mistero del peccato e sulla sua radicale incapacità di compiere, con le sole forze della natura, azioni gradite a Dio. Da qui il ricorso fiducioso alla Madre del Signore.

 

Il formulario di Alcuino influisce il messale attuale.

Alcuino volentieri inviava agli amici copia della sua raccolta. Così, via via, si diffuse la messa del sabato, prima nei monasteri dell'impero carolingio, poi nelle cattedrali e comunità diocesane, non perché ciò sia comandato, ma mossi da devozione.

 

Le omelie mariane nell'epoca carolingia non solo hanno trasmesso un notevole patrimonio mariologico patristico, ma hanno fornito anche materiali per la composizione dei testi della pietà mariana. Cf. Alano di Farfa († 779), Paolo Diacono (†799) Ambrogio Aperto (†781).

La lettera "Cogitis me" di Pascasio Radberto, abate di Corbie ( † 865 ca) , giustifica e illustra la venerazione che la Chiesa rende alla Madre del Signore[2].

 


[1] Seria 1) Domenica: de S. Trinitate ; Lunedì: pro peccatis ; Martedì: ad postulanda Angelica suffragia ; Mercoledì: de s. sapientia ; Giovedì: de caritate ; Venerdì: de 5. Cruce ; Sabato: de S. Maria.

Seria 2) Domenica: de gratia S. Spiritu postulanda ; Lunedì: pro petizione lacrimarum ; Martedì: pro tentationibus cogitationum ; Mercoledì: ad postulandam humilitatem ; Giovedì: contra tentationes carnis ; Venerdì: de tribulatione ; Sabato: in commemoratione S. Mariae. (Supplemento d'Alcuino : PL 101, 455-456)

(N.B. È perso il senso della risurrezione la Domenica !)

[2] Cfr. R. ROSINI. Il culto della b. Vergine nella lettera « De assumptione sanctae Mariae Virginls" ("Cogitis me") dello Pseudo-Girolamo, in De cultu mariano saeculis VI-XI, III Acta Congressus Mariologici-Mariani in Croatia anno 1971 celebrati, III, Romae 1972, , nota 166, pp. 433-459.


Ignazio CALABUIG, Il culto di Maria in occidente,

In Pontificio Istituto Liturgico sant’Anselmo. Scientia Liturgica,

sotto la direzione di A.J. CHUPUNGCO, vol V, Piemme 1998. pp. 341-346,

Sintesi F. Breynaert.