Immacolata ma non esente dal peccato originale

Immacolata ma non esente dal peccato originale

Il dialogo ecumenico non è sempre facile.

 

Un articolo di sintesi ha mostrato che il dogma cattolico dell'Immacolata concezione non significa che Maria sia esenta da ogni lotta contro il peccato e Satana, anzi, sin dalla Genesi fino all'Apocalisse, Maria sta nel centro di tale lotta. (Leggere l'articolo di sintesi...)

 

Ortodosso, Giustino Popovic (1894-1979), tuttavia, critica la dottrina cattolico-romana, specie in ciò che riguarda la definizione dogmatiche dell'Immacolata concezione : al suo parere, il carattere della santa Vergine e Madre di Dio scaturisce non da una esenzione dal peccato ancestrale nella sua natura umana, ma dalla sua lotta e dalla sua vittoria sulla sozzura e sul peccato.

 

Breve esposto critico della dottrina cattolica romana sulla concezione immacolata della santa vergine

 

La Chiesa ortodossa apostolica condanna e respinge la dottrine cattolica-romana sulla concezione immacolata della vergine Maria, e confessa che è stata concepita e messa al mondo per via naturale da san Gioacchino e sant'Anna, vale a dire che la sua concezione è stata bene sottomessa al peccato dei parenti. La santa Tradizione non chiama mai la santa vergine Maria 'figlia primogenita di Dio', non la separa mai dalla razza umana per la sua natura, per la concezione o la sua messa al mondo.

 

Avendo messo al mondo il Salvatore del mondo, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo, la santa Vergine è diventata più gloriosa non solo di tutti gli uomini, ma più venerabile di tutti i serafini, e più beata dei cherubini. Ciò non significa però che sia stata completamente estranea al peccato, e immacolata dalla sua concezione nel seno della sua madre, sant'Anna. [...]

 

In verità dalla più remota antichità la Chiesa ortodossa, nei suoi libri di preghiere, chiama la santa Madre di Dio : tutta-santa, tutta-pura, beatissima, tutta-gloriosa, tutta-immacolata, attribuendole così in modo superlativo tutto quelle che è per eccellenza puro santo e buono. Ma tutto questo la Chiesa ortodossa non lo deduce da una assenza del peccato degli avi nella santa Vergine, ma dall'assenza d'ogni peccato personale. [...]

 

Avendo trascorso la sua infanzia nel tempio di Dio, la santa vergine, secondo l'insegnamento dei nostri Padri, ha dovuto lottare fino alla concezione del Salvatore per essere senza peccato personale. Ripiena dello Spirito Santo, come un ulivo che porta frutto, dice san Giovanni Damasceno della santa Vergine, lei divenne la fonte d'ogni virtù, allontanando il suo spirito da ogni desiderio del mondo e della carne, e conservando così la sua anima e il suo corpo nella verginità, come conviene a colei che doveva ricevere Dio nel suo grembo ; infatti, poiché egli è santo riposa in luogo santo. ? così che lei aspira alla santità e si rivela come il tempio santo e mirabile di Dio altissimo.

 

Riconoscendo la santa Vergine come il suo cuore, la chiesa ortodossa, nella sua ispirazione divina, interpreta il rapporto tra la santa Madre di Dio e il peccato. All'annuncio del santo arcangelo Gabriele che lei stava per mettere al mondo Dio, la santa Vergine risponde "la discesa dello Spirito Santo ha purificato la mia anima, santificato il mio cuore e fatto di me un tempio, il ricettacolo di Dio, la tenda divinamente ornata, il santuario spirituale e la pura madre della vita"[1]. E poco dopo la santissima Vergine aggiunge "Io sono stata purificata in anima e corpo, mi sia fatto secondo la tua parola, Dio faccia la sua dimora in me !"[2]

 

? quindi evidente, secondo l'insegnamento divinamente ispirato dei nostri santi Padri, che il carattere immacolato e senza peccato della santa Vergine e Madre di Dio, scaturisce non da una esenzione dal peccato ancestrale nella sua natura umana, ma dal suo rapporto personale con la sozzura e il peccato, dalla sua lotta e dalla sua vittoria sulla sozzura e sul peccato.

 


[1] Festa dell'Annunciazione della Santissima Madre di Dio, 25 marzo, Canone, Ode VII.

[2] Ibid. Ode VIII.

 


 

Giustino Popovic (1894-1979)

(Dogmatique de l'Eglise orthodoxe, tomo 2, 222-244 ; tr G. Gharib).

G. Gharib e E. Toniolo (ed) Testi mariani del secondo Millennio. 1. Autori orientali,

Città nuova Roma 2008., p. 769-773