Lc 2, 41-52, La realtà dell’evento

Lc 2, 41-52, La realtà dell’evento

In molte letterature, la fanciullezza di personaggi famosi, Buddha (India), Osiride (Egitto), Ciro (Persia), Alessandro (Grecia), Cesare Augusto (Roma), è descritta anticipando a quell'età le caratteristiche che avranno poi da adulti. Ma l'umiltà e la veracità dall'episodio del Vangelo lo distinguono di tutti altri testi.

 

Il racconto corrisponde ad un avvenimento reale. L'età di 12-13 anni è colui della Bar-Mitzwâh[1], Gesù diventa maturo, contrae l'obbligo di osservare la legge mosaica, è considerato figlio della legge. Nell'educazione, il suo padre può ricorre alle maniere forti[2], il ragazzo è responsabile degli atti sui[3]. Per alcuni bisogna 12 anni, e per altri 13 anni, per la mishnâh è meglio cominciare prima dall'età obbligatoria. Può essere indicativo che fin qui l'evangelista applica a Gesù il diminutivo "paidion", cioè bambino, al v.42 invece, lo definisce semplicemente "pais", ossia fanciullo. La fonte di questo brano è probabilmente Maria stessa, presente nella comunità (At 1,14).


[1] Talmud Babylonese, Niddah 45 b

[2] Talmud Babylonese Ketubôt 50 a

[3] Rabbi Eleazaro di R. Simone (+ 180) Genese Rabbah 63,10


A.SERRA

Cf. A. SERRA, articolo Bibbia, in Nuovo Dizionario di Mariologia,

a cura di S. de Fiores e S. Meo, ed. Paoline, Milano 1985, quarta stampa 1996,

pp.240-245.