Maria immacolata nella sua concezione (G. Damasceno)

Maria immacolata nella sua concezione (G. Damasceno)

San Giovanni Damasceno († ca. 750) ha ripreso dal racconto apocrifo i nomi di Anna e Gioacchino, ma non ha custodito gli aspetti di questo racconto popolare che suggerivano una concezione verginale per Maria, imitando la concezione di Gesù.

 

L'iniziale sterilità di Gioacchino e Anna viene così spiegata dal Damasceno:

 

"Dal momento che da Anna stava per nascere la Vergine Madre di Dio, la natura non ha osato prevenire il frutto della grazia, finché la grazia non produsse il frutto." (1)

 

L'autore ha voluto dire che la sterilità di Anna deve essere intesa come condizione che Dio aveva disposto nel suo piano divino, affinché il ruolo predominante della sua grazia potesse manifestarsi palesemente.

 

In una simile prospettiva, Giovanni Damasceno nomina sempre con profondo rispetto i genitori di Maria, che furono trovati disponibili ad offrire se stessi come docili strumenti per l'intervento miracoloso di Dio:

 

"O beatissimi lombi di Gioacchino, dai quali uscì un seme senza macchia! O glorioso seno di Anna nel quale un santissimo virgulto crebbe e si formò grazie al contributo gradualmente ricevuto da lei! O seno in cui un cielo vivente, più vasto della vastità dei cieli, fu concepito !" (2)

 

Questa idea di perfezione è eminentemente positiva, e si capisce così come contempla in Maria una specie di nuovo cielo:

 

"Questo cielo è davvero molto più divino e più meraviglioso del primo. Infatti colui che nel primo cielo creò il nostro sole, sta per nascere in questo secondo cielo come sole di giustizia." (3)

 

 


[1] San Giovanni Damasceno Homilia in Nativitatem, 2, PG 96,664 A.

[2] San Giovanni Damasceno Homilia in Nativitatem, 2, PG 96,664 B.

[3] San Giovanni Damasceno Homilia in Nativitatem, 3, PG 96,664 D.

 

L.GAMBERO

Marianum, Rome