Anna e Gioachino (N. Cabasilas † 1391)

Anna e Gioachino (N. Cabasilas † 1391)

Da una parte, la natura non poteva apportare nulla alla generazione della Purissima

D'altra parte, Anna e Gioachino custodiscono la legge di cui lo scopo è il frutto della grazia : Maria.

Le loro preghiere hanno ottenuto la grazia : l'atto creatore di Dio in Maria. In Maria è manifestata la natura umana voluta da Dio fin dall'eternità.

 

"Se per conservare agli uomini questa vita corruttibile e salvare dal comune naufragio la natura umana superstite in pochi individui, fu prescelto l'uomo più giusto fra quanti esistevano allora (cf. Gn 6, 8) ; e se per liberare gli Ebrei fu indispensabile un condottiero, non però fu stimato degno di tale onore uno fra i tanti, ma soltanto Mosè, il quale aveva esercitato l'anima ad ogni specie di virtù, e a differenza dei suoi contemporanei potè vedere Dio e udirne di lassù (Es 3, 1-12) [...] in una parola, se tra coloro che provvidero all'utilità comune non vi è alcuno che prima non abbia mostrato la sua anima consona e del tutto conforme agli eventi di cui fu causa per gli altri.

Perciò voi [Anna e Gioachino] siete giusti e custodi delle leggi e soprattutto amanti di Dio più di Mosè e di Noè e di Abramo e di quanti altri apportarono benefici alla stirpe umana. [...]

 

Orbene, poiché fine della è la grazia (cf. Rm 10, 4)[1], e sappiamo che le cose nuove sono frutto delle antiche e ce nessun frutto può nascere da cose non ancora perfette, appare del tutto evidente che la pianta della legge è stata da voi portata a maturazione : altrimenti non avreste prodotto il tesoro della grazia, il frutto della legge, la Vergine.

 

E come era conveniente che il Salvatore, che stava per introdurre la legge nuova, prima compisse tutta la giustizia dell'antica legge (cf. Mt 3, 15), così era proprio necessario che anche voi, giunti ormai agli atri della nuova legge e pronti ad accogliere il tempio della grazia, diventaste prima perfetti custodi della legge. [...]

 

Voi, che sull'esempio di Mosè avete digiunato e udito la voce divina, non avete però conseguito le stesse cose che egli ottenne : egli con le sue preghiere trovò una legge che presto sarebbe finita, voi invece il sangue che avrebbe costituito la nuova alleanza (cf. Lc 22, 20), sangue che Dio stesso assunse e col quale "entrò all'interno del velo, avendo trovato una redenzione eterna", come dice Paolo (Eb 9, 12).

 

Che c'è dunque di più santo di quelle bocche, che elevarono una voce che tanto potè presso Dio ? Cosa di uguale a quelle anime, che avvalorano una tale preghiera ? Di quali sacrifici non furono a Dio più gradite, di quali altari più sante ? Bisognava infatti che da una tale radice e in questo modo sorgesse la Madre di Dio, cioè il suo corpo spirituale : e che la radice fosse congiunta a Dio in sommo grado fra tutti gli uomini, e avendo così avuto convenienti inizi, venisse alla vita colei che riunì gli uomini a Dio, e annullando l'odio che si frapponeva, con le preghiere aprì la via al cielo, abbattendo il muro di separazione (cf. Ef 2, 14). [...]

Ne conseguiva che la natura non potesse apportare nulla alla generazione della Purissima, ma Dio solo invocato compisse il tutto, e, lasciando da parte la natura, direttamente - per così dire - creasse la Beata alla maniera del primo uomo : perché - in modo eminente e propriissimo - la Vergine è il 'primo uomo', lei che prima e sola ha manifestato la natura umana. Le cose stanno così."

 


[1] Fine: "Telos" in greco significa chiusura e scopo.


Estratti di : Nicolas Cabasilas, Sermone primo sulla Natività della Tutta santa nostra Signora Madre di Dio ; G. Gharib e E. Toniolo (ed) Testi mariani del secondo Millennio. 1. Autori orientali, Città nuova Roma 2008, p. 442-446 ; estratti da F. Breynaert.

 

Nicolas Cabasilas