Maria al calvario, madre di noi tutti

Maria al calvario, madre di noi tutti

Ruperto di Deutz (1075-1130) commenta Gv 19, 25-27, quando Gesù sulla croce rivela la maternità spirituale di Maria.

 

La prima nascita era senza dolore (la nascita di Gesù), la seconda si svolge nei dolori, ed è un parto universale:

 

« Il Signore, nell'ora della sua passione, con ragione ha paragonato i suoi apostoli ad una donna che partorisce, quando disse : "La donna, quando partorisce, è nell'afflizione, perché è giunta la sua ora ; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo". E aggiunse: "Così anche voi ora siete nella tristezza ; ma vi vedro di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà" (Gv 16,21-22). Con maggior ragione non poteva un tale Figlio dichiarare simile ad una donna partoriente una tale madre, vale a dire quella donna che stava presso la croce (cfr. Gv 19,25) ?

Ma perché dico "simile", dal momento che ella è veramente donna e veramente madre e che in quell'ora ha davvero sofferto i dolori del suo parto ? Questa donna infatti non ricevette come le altre madri il mandato di partorire nel dolore, quasi che il parto fosse un castigo, allorché le nacque il bambino [a Bethlemme]. Ora invece [sul Calvario] soffre, è nel dolore e prova tristezza, perché è giunta la sua ora, cioè quell'ora in vista della quale ella concepi per opera dello Spirito Santo ; per la quale è diventata gravida, per la quale si sono compiuti i giorni del parto e nella quale Dio si è fatto uomo interamente dal suo grembo.

Ma quando quest'ora sarà passata, quando questa spada avrà completamente trapassato la sua anima (cfr. Lc 2,35), non ricorderà più lo strazio della spada, perché un uomo nascerà a questo mondo ; perché questi sarà proclamato come uomo nuovo, che rinnoverà tutto il genere umano e che otterrà il dominio eterno sul mondo intero. Ho detto: "Nato", ossia divenuto immortale, impassibile e primogenito dei morti (cfr. Ap 1,5), passato dalle angustie di questa vita all'immensità della patria eterna.

Siccome dunque la beata Vergine presso la croce ha sofferto "doglie come di partoriente" (Sal 47,7) e nella passione del suo Unigenito ha partorito la salvezza di tutti noi, certamente ella è la madre di noi tutti.»

In Joannem, 13, PL 169, 789; CCM 9, 744

 

Tuttavia bisogna dire anche che i cristiani nascano dal seno della Chiesa, nel battesimo :

 

« Infatti lo Spirito Santo, che opera l'incarnazione del Figlio unico di Dio nel suo seno e dai suo seno [di Maria], doveva operare anche la rigenerazione di innumerevoli figli di Dio dai seno e per mezzo del seno della Chiesa, nel bagno vivificante della sua grazia.»

De operibus Spiritus Sancti, 1,8, PL 167, 1577-1578; SC 131, 80

 

Gli apostoli sono come una donna che partorisce (Gv 16, 21-22,) Maria è veramente la donna che partorisce e che diventa la "Madre degli uomini" (Gv 19, 25-27)

 

« Siccome dunque [sul calvario] la beata Vergine ha veramente sofferto le doglie della partoriente e nella passione dell'unigenito ha partorito la salvezza di tutti noi, ella è realmente la madre di noi tutti.

Quindi cio che da lui [Gesu] - il quale giustamente si preoccupava della Madre sua - è stato dette : "Donna, ecco tuo figlio", e parimenti cio che disse al discepolo medesimo : "Ecco tua Madre" (Gv 19,26-27), a buon diritto poteva essere detto a qualsiasi altro discepolo se fosse stato presente. »

In Joannem, 13 PL 169, 790 AB

 


San Ruppert de Deutz

Cf. Luigi Gambero, Maria nel pensiero dei teologi latini medievali,

ed San Paolo, 2000, p. 145-152