Dignità umana e dediderio infinito (P. Kolbe)

Dignità umana e dediderio infinito (P. Kolbe)

San Massimiliano Kolbe (†1941) ha riconosciuto il valore della persona umana in modo supremo, al punto da ritenerla degna del dono della stessa vita ad Auschwitz.

Riflette su la tensione verso l'infinito, insita in noi e che esprime la coscienza della grande dignità della persona umana :

 

"Mettiti calmo e rifletti : quando, in definitiva, potrai essere pienamente felice ? Lascia che la tua fantasia costruisca liberamente per te l'edificio della felicità che hai sognato.

Cerca di immaginarti tutto ciò che hai desiderato e chiediti : e se ne fosse ancora di più ? E se durasse più a lungo ?

Sentirai sempre la risposta : se è possibile raggiungere ancora qualcosa di meglio, cioè se la tua anima non è ancora appagata, non hai raggiunto la tua felicità, il tuo scopo. E qualsiasi limite ti rimanga ancora da superare, sarà sempre un impedimento verso la perfezione della tua felicità.

Ciò significa che tu desideri la felicità, ma una felicità senza limitazioni : infinita, eterna.

A questo mondo, tutto è limitato, perciò non è sufficiente per appagare nemmeno una sola anima, mentre coloro che bramano la felicità sono tanti quante sono le persone che vivono sotto il sole.

Dov'è, dunque, il nostro scopo ? [...]

Come potrebbe rimanere inappagato il desiderio più ardente e più importante dell'anima, e per il quale soltanto desideriamo (ognuno desidera) tutto il resto ?

No, anche questo desiderio ha il proprio appagamento, vale a dire Dio infinito ed eterno."[1]

 


[1] Scritti di Massimiliano Kolbe, a cura del Centro nazionale Milizia dell'Immaculata, Roma 1997, § 1270, pp. 2253-2254.


 

Christina M. DEMEZZI,

Santità e nichilismo : P. Kolbe e la post-modernità,

in Miles Immaculatae, Anno XLIV,

fascicolo I, Gennaio-luglio 2008,

241-274, p. 253-254.