5° dogma ? Un'apertura ortodossa

5° dogma ? Un'apertura ortodossa

V. Zelinsky[1], teologo russo ortodosso, tratteggia la visione di Maria nella teologia ortodossa e conclude che eventuali obiezioni delle Chiese ortodosse alla definizione dogmatica [Maria corredentrice, mediatrice, avvocata] nascerebbero non tanto dai titoli in sé, né dalla dottrina sottesa, perfettamente condivisa, quanto piuttosto dallo stile teologico occidentale che tende a razionalizzare il mistero.

Ma - conclude Zelinsky - se il «razionalismo mariano» occidentale è stato duramente criticato in passato dalla teologia ortodossa, in realtà è anch'esso «strumento di glorificazione e specifico linguaggio di preghiera. Perciò l'intelletto può pregare anche con i dogmi. Noi preghiamo con differenti linguaggi»[2].

La stessa assenza di dogmi, così come la vive il Protestantesimo, non deve diventare un dogma a sua volta; l'essenziale è la fedeltà alla «divina sorgente del silenzio primordiale della Parola»[3].

 


[1] Zelinsky, V., Mary in the Mystery of the Church: The Orthodox Search for Unity, in Miravalle, M. I. (ed.), Mary Coredemptrix, Mediatrix, Advocate. Theological Foundations. II. Papal, Pneumatological, Ecumenical, Queenship Publishing, Santa Barbara 1997, p. 177-225.

[2] Ibid., 222.

[3] Ibid., 224.

 


Don Andrea VILLAFIORITA MONTELEONE, Alma Redemptoris socia. La cooperazione di Maria santissima alla Redenzione nella teologia contemporanea, Tesi di Dottorato in Teologia diretta dal Prof. Dott. Antonio Ducay ROMA 2009 (Pontificia università della santa Croce, facoltà di teologia), p. 89-90